Vegetale? Animale? Agricolo.
Alla base del sistema economico agroalimentare contemporaneo, così come per tutti gli altri sistemi, c’è il rilancio: una pratica del capitalismo che produce continuamente novità, affinché sostituiscano il vecchio, l’obsoleto. Un modo per rilanciare il mercato e creare la domanda. Se per certo da un lato si crea un progresso, un avanzamento dettato da novità scientifiche o da un cambio culturale di necessità, dall’altro si crea un consumo e con i numeri di oggi – quasi 8 miliardi di abitanti sul pianeta – e il desiderio crescente di benessere, un abuso.
Negli anni 60 ci hanno detto che i grassi erano nocivi, qualsiasi dieta demonizzava i grassi e idolatrava le proteine. Un bisogno di energie sempre maggiore in una società in continua espansione come quella del dopoguerra.
Una semplificazione, ovviamente, che alimentava il meccanismo industriale dei CAFO, creando sempre più domanda di carne in un mondo incapace di sostenerne la produzione.
Poi è venuto il momento dei cereali, sovraprodotti a basso costo, modificati, alterati per decenni, hanno rappresentato una fonte di nutrimento facile e soddisfacente, ma che dava problemi: obesità, celiachia. E così via alle diete no carb.
Vegetarianesimo, veganesimo, crudismo, tutte pratiche che sono la conseguenza di un sistema di produzione intasato e insostenibile. Pratiche migliori da un lato ma che hanno i loro paradossi, come tutti gli ismi, come tutti i dogmi.
Che ci sia una soluzione o no chi sono io per dirlo, ma tante piccole pratiche, sì possiamo seguirle, noi che viviamo in un mondo che può tutto, in cui scegliere è un agio di cui ci dimentichiamo troppo spesso.
Alla base della vita c’è la creazione di energia. Il cibo è l’energia dell’uomo. L’energia utilizzata dev’essere la minore possibile, per impattare al minimo sulle possibilità del pianeta e degli uomini stessi.
- Comprare locale, comprare da produttori diretti, che applichino pratiche rispettose di agricoltura o allevamento o raccolta/caccia consapevoli.
- Scegliere un alimentazione agricola di cereali, vegetali e legumi, non abusare di alimenti che hanno un costo produttivo molto alto, come la carne e i formaggi.
- Evitare prodotti imballati, impacchettati, omologati.
- Mangiare meno, mangiare meglio. Spendere di più per quello che mangiamo sostiene una filiera che per distinguersi e per sopravvivere deve avere un costo più alto della grande distribuzione.
- Investire nelle persone che producono può avere un peso politico se diventa una pratica diffusa, crea incentivi, mercato e sposta l’attenzione su una microeconomia forte. Crescere lentamente significa crescere più forti.
- Scegliere una dieta vegetale, Sì, ma non per questo continuare a servirsi dalla grande distribuzione, preferendo il prodotto di ora al prodotto di sempre; scegliere una dieta animale, No, ma con la possibilità di consumare carne in maniera più consapevole.
Scegliere infine una dieta agricola, basata su cicli produttivi che rispettano le stagioni, la terra e la filiera.
Vegetale?Animale? AGRICOLO.